Stoccaggio gas naturale: domande frequenti
Oggi si effettua lo stoccaggio sotterraneo di gas naturale per soddisfare le esigenze di gas del mercato e gestire le strutture produttive in modo elastico, avendo sempre a disposizione riserve strategiche in modo da contrastare situazioni particolari come il freddo intenso e le crisi internazionali.
Basti pensare che l’approvvigionamento dall’estero del gas naturale è pari al 90% di quello usato in Italia e durante la stagione estiva si riempiono i giacimenti, mentre nei mesi invernali si immette gas nella rete nazionale. Ad oggi gli impianti per lo stoccaggio di gas naturale permettono di conservare circa 14 milioni di metri cubi di gas.
Dove si immagazzina il gas?
Lo stoccaggio e l’immagazzinamento del gas naturale hanno luogo nei giacimenti, strutture geologiche sotterranee adatte a conservare il gas. Si tratta di un sistema roccioso poroso e permeabile in cui la presenza del gas è garantita e da cui si può facilmente estrarre la sostanza per il prelievo. In altri termini è una vera e propria spugna che trattiene e rilascia il gas sulla base delle esigenze.
In genere lo stoccaggio del gas naturale avviene in giacimenti sabbiosi sfruttati per l’estrazione dei minerali e situati a 1300-2000 metri di profondità. Le caratteristiche sono date dalla presenza di rocce serbatoio, che contengono il gas, e rocce di copertura che impediscono le perdite di gas verso l’alto.
La roccia serbatoio deve essere porosa e permeabile mentre la roccia di copertura è fatta da argilla, materiale impermeabile che impedisce la migrazione del gas verso la superficie.
La storia dello stoccaggio del gas naturale
La storia dello stoccaggio del gas naturale inizia nl 1915 in Canada, dove viene realizzato il primo impianto in sotterraneo e prosegue nel 1916 negli Stati Uniti. Da allora questa tecnica si usa in tutto il mondo e ad oggi lo stoccaggio del gas è una tecnologia consolidata, con 600 siti di cui il 70% negli USA e i restanti in Europa.
Il primo impianto di stoccaggio italiano è stato realizzato nel 1964 a Cortemaggiore in Emilia Romagna e oggi sono attivi 10 siti, mentre 3 sono in corso di realizzazione.
Cosa accade al gas stoccato in profondità?
Una volta stoccato in profondità il gas resta negli interstizi della roccia serbatoio grazie alla presenza di una roccia di copertura impermeabile, che impedisce fuoriuscite nelle aree limitrofe al giacimento. Anche i fenomeni sismici non sono correlati a prelievo e iniezione del gas, come hanno dimostrato appositi sensori inseriti nel sottosuolo.
L’impatto dell’impianto di stoccaggio del gas sull’ambiente
L’impatto paesaggistico dell’impianto di stoccaggio del gas è dato dalla presenza di pozzi e strutture come i cabinati che contengono i compressori, le colonne di disidratazione del gas e la doccia fredda. Si tratta di un impatto che oggi è mitigato dalla piantumazione lungo il confine del giacimento. Non solo.
Essendo stoccato alla profondità di 1000-1500 metri il gas non influenza le attività umane in superficie, comprese quelle agricole. Infatti gli strati rocciosi impermeabili di copertura isolano completamente il giacimento che contiene il gas impedendone la fuoriuscita.
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