Gas naturale: domande frequenti su stoccaggio
Il gas naturale porta con sé la tematica dello stoccaggio, vediamo in questo post la risposta alle domande più comuni.
Perché fare lo stoccaggio del gas naturale?
La pratica dello stoccaggio risponde alle esigenze di produzione del gas e alle richieste del mercato e permette di gestire strutture produttive e trasporto in modo elastico, ma non solo. Grazie allo stoccaggio si mantengono le riserve strategiche da usare in condizioni di grande freddo, crisi internazionali che bloccano l’approvvigionamento dall’estero e altro. Generalmente in estate si riempie il giacimento e in inverno si immette il gas nella rete nazionale.
Una curiosità? Oggi gli stabilimenti in Italia permettono lo stoccaggio di circa 14.000 milioni di metri cubi di gas.
Quali sono le caratteristiche di un giacimento di gas naturale
Il giacimento è una struttura sotterranea che si presenta come un sistema roccioso poroso e permeabile che eroga la quantità di gas richiesta dal mercato e ne garantisce la permanenza. Possiamo immaginare il giacimento come una spugna capace di trattenere e rilasciare il gas.
Le caratteristiche sono una corretta conformazione della roccia, il fatto di essere situati tra i 1000 e 2000 metri di profondità, la giusta porosità e permeabilità. La roccia di copertura deve essere argilla per impedire la migrazione del gas in superficie.
Qual è la storia dello stoccaggio del gas naturale?
Nel 1915 in Canada fu realizzato il primo impianto di stoccaggio in sotterraneo e nel 1916 negli USA. Da quel momento questa tecnica ha avuto una costante evoluzione e ad oggi nel mondo sono attivi 600 siti di stoccaggio, di cui il 70% negli USA e il testo in Europa. In Italia il primo sito per lo stoccaggio del gas naturale è stato realizzato nel 1964 a Cortemaggiore in Emilia Romagna e oggi si contano 10 siti attivi e 3 in corso di realizzazione.
Come si fa a mantenere il gas nella roccia serbatoio?
Questo processo è reso possibile dalla roccia di copertura impermeabile, che evita fuoriuscite di gas nelle aree limitrofe. Le emissioni dagli alti camini sono impiegate solo per motivi di sicurezza e in ogni caso il gas introdotto in atmosfera è minimo. Non ci sono interazioni nemmeno tra gli impianti della centrale e il terreno e l’ambiente idrico dato che ogni residuo liquido è raccolto e smaltito e non mancano bacini di contenimento impermeabili che contengono eventuali fuoriuscite.
Qual è l’impatto dell’impianto sul paesaggio?
Solitamente la presenza di un impianto di stoccaggio è segnalata dai pozzi e dalle strutture della centrale e l’impatto è minimizzato dalla piantumazione lungo il confine delle aree interessate. Inoltre, dato che il gas si trova a elevate profondità (1000 – 1500 metri) non si influenzano le attività svolte in superficie, agricoltura compresa.
Ci sono mai stati incidenti?
La pratica dello stoccaggio del gas naturale è sicura e non ci sono mai stati incidenti rilevanti per lavoratori e comunità locali in Italia. La normativa specifica rende il settore sicuro e la maggior parte degli infortuni degli addetti al settore, come comprovano le tabelle di rischio assicurativo INAIL, avviene nel tragitto tra abitazione e posto di lavoro.
Anche le popolazioni locali sono tutelate in termini di salute e sicurezza grazie all’applicazione delle normative di sicurezza mineraria e all’esame del progetto da parte dei CTR per identificare il rischio e attuare programmi di prevenzione e protezione specifici per ogni impianto.
Come si sceglie il sito per lo stoccaggio del gas naturale?
Nella selezione dei siti per lo stoccaggio del gas naturale sono fondamentali le capacità del terreno di immagazzinare e lasciare fuoriuscire il gas. Non meno importante è la rete di trasporto nazionale per distribuire il gas e la compatibilità ambientale e sicurezza degli impianti, che vede la partecipazione attiva della popolazione interessata nella valutazione.
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