Protocollo di Kyoto: cosa ha deciso?
Oggi tutti conoscono il protocollo di Kyoto, l’accordo internazionale sui cambiamenti climatici che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra e del riscaldamento del Pianeta e che coinvolge diversi Paesi Industrializzati che vi hanno aderito.
Lo stesso trattato si fonda sull’UNFCCC, il United Nations Framework Convention on Climate Change firmato nel 1992 a Rio de Janeiro durante il summit sulla terra. Per attuarlo il Giappone nel 1997 ha dato vita a questo protocollo, che contiene tempi e procedure sul cambiamento climatico.
In particolare il trattato è stato sottoscritto l’11 dicembre 1997 a Kyoto, ma è entrato in vigore solo nel 2005 dopo la ratifica da parte della Russia, dato che per avere valore le nazioni firmatarie dovevano rappresentare almeno il 55% delle emissioni di gas serra.
Sicuramente il protocollo di Kyoto è stato il primo passo per contrastare i gas serra e ha posto le basi per tutti gli accordi successivi sui cambiamenti climatici a livello internazionale.
Cosa afferma il protocollo di Kyoto?
La caratteristica principale del Protocollo di Kyoto è che stabilisce obiettivi vincolanti e quantificati di limitazione e riduzione dei gas ad effetto serra per i paesi aderenti (le Parti) ovvero 37 paesi industrializzati e la Comunità Europea.
Il protocollo di Kyoto prevede che i paesi debbano raggiungere i propri obiettivi di riduzione principalmente attraverso misure nazionali. Tuttavia, il protocollo consente di ridurre le emissioni di gas a effetto serra attraverso dei meccanismi basati sul mercato, i cosiddetti “Meccanismi Flessibili”. (fonte: https://www.isprambiente.gov.it/)
I meccanismi flessibili di funzionamento alla base del protocollo di Kyoto sono:
- International Emissions Trading: gli Stati si impegnano a limitare e ridurre le emissioni di gas serra in un determinato periodo temporale. Ogni Paese ha un quantitativo di emissioni e i Paesi che dispongono di quantità di emissioni risparmiate possono venderle a chi supera i limiti. La riduzione delle emissioni diventa quindi una merce e si parla di monitoraggio e scambio di emissioni di carbonio all’interno del cosiddetto “mercato del carbonio” o carbon market;
- Clean Development Mechanism (CDM)): definito nell’art.12 del Protocollo, consente ad un Paese che si è impegnato a ridurre o limitare le emissioni in accordo a quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto, di poter attuare dei progetti di riduzione delle emissioni stesse nei Paesi in via di sviluppo. Tali progetti consentono di aver riconosciuti “crediti di riduzione certificati delle emissioni” (CER), ciascuno equivalente ad una tonnellata di CO2, che è possibile immettere sul mercato del “Carbon market” al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo stesso. Un’attività del progetto CDM potrebbe essere, ad esempio, un progetto di elettrificazione rurale realizzato tramite l’utilizzo di pannelli solari, l’installazione di caldaie più efficienti o l’utilizzo di trattori elettrici in aeroporto che consentano la riduzione delle emissioni di CO2.
- Joint Implementation:: il meccanismo di implementazione congiunta permette al Paese che ha ridotto o limitato le emissioni di guadagnare unità di riduzione delle emissioni da un progetto di un altro Paese che ha aderito al protocollo di Kyoto al fine di raggiungere gli obiettivi globali. In questo modo si crea un sistema di collaborazione tra Paesi flessibile ed efficiente che vede il coinvolgimento di investimenti stranieri e il trasferimento di tecnologia.
Settala Gas e il protocollo di Kyoto
Per raggiungere gli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto è importante puntare su gas sostenibili come gli idrocarburi, prodotti da Settala Gas per diversi usi in tanti settori industriali e ambiti della vita quotidiana. Si tratta di un cambiamento epocale, ma che permette di aumentare la sostenibilità ambientale delle aziende, ridurre l’inquinamento e le emissioni di gas serra: un processo importante per salvaguardare la vita sulla Terra e in cui ognuno deve fare la sua parte.
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